CHI SONO
Daniele Tarenzi
Avete presente quei papà da copertina? Ecco, dimenticateli! Ora vi racconto chi sono.
Mi chiamo Daniele e sono un papà divorziato. Da bambino volevo fare il medico, ma durante l’esame di maturità il Presidente della Commissione mi disse: “Signor Tarenzi, lei parla come una macchinetta. Spero voglia fare il giornalista o l’avvocato”. E così ho capito che la medicina non era la mia vera passione! Mi sono laureato in Lettere e specializzato in sociologia della comunicazione. Il resto è venuto da sé.
Il mio lavoro nella comunicazione si incastra benissimo con il mio essere un gran rompiscatole! Però sono anche solare, allegro, aperto e sincero.
Non mi fermo mai, soprattutto la mia testa non si ferma mai.
Amo stare in compagnia. Gli amici sono per me un punto di riferimento imprescindibile. Dopo il divorzio, ho riscoperto il valore dell’amicizia, quella vera, quella profonda. Ho amici di ogni tipo e li adoro proprio per questo: ognuno è unico e nella sua unicità riesce a darmi il massimo, il meglio di sé.
Gli altri miei grandi punti di riferimento sono la mia famiglia e le mie due meravigliose figlie, Benedetta e Carolina.
Papà imperfetto
Ho sempre sognato di essere padre: così come esiste l’istinto materno nelle donne, esiste l’istinto paterno e io l’ho sempre avuto. I bambini mi piacciono, mi incuriosiscono, mi stimolano. E pensare che, quando decisi che poteva essere il momento giusto per diventare padre, non fu per nulla semplice. Come si dice sempre…”non arrivavano”. Forse anche questa ricerca più impegnativa del previsto ha contribuito a rinforzare il mio istinto paterno.
Non avendo le competenze per parlare di mamme, altrimenti, visto la loro popolarità, lo avrei fatto, vorrei rivalutare un po’ la figura del papà: spesso è disegnato come quello impacciato, che sbaglia sempre, che non c’è mai quando serve, e che -non so perché- deve essere sempre messo a confronto con la mamma.
È vero, io sono sì un papà imperfetto (!), ma sono anche un papà che ama alla follia le sue figlie, che si dà da fare per loro, che gioca, che sgrida, che lava, che cucina (pochissimo!) o che si mette a fare i boccoli alle girls (ndr Benedetta e Carolina) per le occasioni speciali. Allo stesso tempo sono un uomo, che lavora, che cura la propria immagine, che va a teatro, al cinema, a cena fuori e che ama leggere.
Ecco perché ho voluto creare questo blog: la figura del padre ha un grande valore nella vita di una figlia o di un figlio.
È vero, io mi sento imperfetto. Come uomo e come padre. L’importante però è dare il massimo, sempre.
E poi ho sempre in testa quello che disse Aristotele:
Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono.