“Alma” di Federica Manzon è il libro scelto per febbraio. Un romanzo dove la storia personale e la guerra dei Balcani si fondono in una vicenda che porta con sé riflessioni profonde e interrogativi sulle relazioni, sull’identità e sul rapporto con il passato.
Trama
Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano. Ora è tornata a seguito della morte del padre. Un uomo senza radici, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare e quello che sarà.
recensione
Federica Manzon fin dai tempi del romanzo d’esordio Come si dice addio (Mondadori, 2008) sa raccontare con profondità le emozioni contraddittorie che portano con sé le partenze e i ritorni. Con Alma si concentra su una protagonista che si fa assoluta, già a partire dal titolo. Attraverso una focalizzazione centrata su Alma percepiamo il mondo. Così possiamo capire fino in fondo i sentimenti non pacificati che si porta addosso tornando in una città e da persone da cui è fuggita.
Il passato inonda il presente e lo fa mentre Alma passeggia per le vie di Trieste, guarda il suo mare, ritrova i luoghi che hanno segnato la sua infanzia e l’adolescenza. Tutti elementi che fanno di Alma un romanzo non “esportabile” in un’ambientazione altra.
Anche il tempo è una componente fondamentale. Alma non solo rievoca le vicende personali, ma anche il dramma della guerra che ha devastato i Balcani negli anni Novanta, la dittatura di Tito, la rivoluzione.
Profondo e costante è l’interrogativo di Alma e di altri personaggi sul tema delle radici: mettere radici è una buona cosa? O, come il padre di Alma e Alma stessa, è meglio mantenersi liberi, sfuggendo continuamente alla briglia delle relazioni?
Accanto a queste tematiche, ritroviamo poi la storia di un legame che racchiude al tempo stesso amicizia, amore e fratellanza, nonostante Alma senta di non conoscere davvero Vili. D’altro canto lo riconosce e lo accetta com’è, ben sapendo che entrambi manterranno una “decorosa riservatezza” sui propri dolori.
Autore: Federica Manzon
Editore: Feltrinelli, 2024
Pagine: 272
Genere: Narrativa italiana
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